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MYTHS OF THE NEAR FUTURE, di Klaxon

Scritto da Enrico Vannucci

mercoledì 16 aprile 2008

Myths Of The Near Future di Klaxons, uscito poco più che un anno fa, nel 2007, è un disco stupendo. Il quartetto londinese ci racconta un vicino futuro dove le sonorità sono caotiche, sparate ad alto volume, piene di backing vocals, strabordanti (come la bellissima chitarra scordata che suona il motivo di Gravity's Rainbow), per certi versi barocche. Il disco detiene questo Noise Sound che non lascia nulla al caso. Ci si trova nei territori del punk più scrauso: le chitarre sono stuprate con sadica meticolosità, la batteria suona i tempi giusti, le linee di basso risultano indiavolate, doppie voci accompagnano quasi per intero l'LP e le tastiere creano un suono che spazia dall'elettronico al gotico. Myths Of The Near Future è un'apocalisse sonora che si conclude e ha il suo climax nella canzone - forse simbolo di questo impressionante lavoro produttivo che è stato svolto assieme a James Ford - Four Horseman of 2012. Inoltre la traccia nascosta alla fine del cd, un insieme sconnesso di suoni e rumori che compongono una sinistra melodia che si rivela solo dopo venti minuti di silenzio dall'ultima canzone, appare come un segnale lanciato dai pochi sopravvissuti all'apocalisse del mondo futuro alla quale abbiamo preso parte. Vi è un aspetto ulteriore e forse ancora più interessante in questo album. Riprendendo in maggioranza canzoni già edite in precedenti EP e demo - e per questo facilmente rintracciabili - il fan o il musicologo si possono dilettare a ricercare le differenze tra le diverse versioni e apprezzare, così, ancora di più, la produzione alla base del disco e la maturazione artistica di questo gruppo, comparso nel firmamento della musica leggera come una delle migliori band provenienti dall'altra parte della Manica ormai da qualche anno a questa parte.