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La privacy che vola via? Stampa E-mail
Scritto da Giuseppe Sofo   
venerdì 09 febbraio 2007

Immagini il lettore di dover partire per gli Stati Uniti. Prenoterà probabilmente su internet, sicuramente con carta di credito e fornendo un indirizzo email, come richiesto ormai per ogni prenotazione. Sappia il lettore che da qualche giorno, la sua compagnia aerea, fornirà 34 suoi dati al governo statunitense, che potrà usarli per otto anni. E questo vale per qualsiasi compagnia: italiana, americana o vietnamita che sia, pena l'impossibilità di atterrare sul suolo americano. Tra questi i classici dati anagrafici (nome, sesso, data di nascita, numero di passaporto), ma anche dati nuovi, come il numero di carta di credito, email e dati un po' curiosi, tra cui il pasto scelto sull'aereo. In un primo tempo il lettore si rallegrerà del fatto che gli Stati Uniti si interessino alla sua dieta, controllando cosa mangia, ma si ricrederà nel caso scegliesse un pasto senza maiale, il che lo qualificherebbe in primo luogo come musulmano, in secondo come possibile pericoloso terrorista (alla faccia della non discriminazione). Se non ha problemi con i maiali, sappia che il governo statunitense (e mi scuso per la vicinanza di due termini sì distanti), con numero di carta di credito e indirizzo email possono richiedere a banche e provider americani di consultare i loro database ignorando totalmente la privacy, che grazie al Patriot Act non esiste più in casi che riguardino la sicurezza nazionale. E non provi il lettore a discolparsi, dicendo di voler semplicemente farsi una vacanza a New York, perché a poco servirebbe. Quindi, mentre il nostro caro lettore sarà in volo, un altro lettore, in un ufficio a Washington, si divertirà a spulciare le sue transazioni bancarie e le sue email, facendosi letteralmente i cazzi del nostro caro amico. Il garante della privacy italiana ci dice che non si può fare che “indignarsi e rassegnarsi”. Lo ringraziamo per la fermezza usata nei confronti di un paese che si fa i fattacci nostri (senza ovviamente permettere che avvenga il contrario) e per la grande prova di coraggio. Ci indigneremo e rassegneremo di avere una privacy che ci riduce a sigle alfanumeriche, facendo scomparire i nostri nomi da qualsiasi documento pubblico, ma permette che qualcuno sappia cosa defecheremo al nostro arrivo in aeroporto.



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