• Media e video
  • Interviste
  • Piastrellino
  • Inchieste
  • Arretrati
Una cosa è certa: ha vinto la nomenklatura Stampa E-mail
Scritto da Enrico Vannucci   
martedì 09 giugno 2009

E BALLOTTAGGIO SARA'. Tra due settimane i sassolesi saranno nuovamente chiamati alle urne per decidere chi sarà il prossimo sindaco e i nomi degli sfidanti sono i due più noti (in puro e semplice ordine alfabetico) Luca Caselli e Graziano Pattuzzi. Probabilmente il risultato è quello che tutti si aspettavano, quello più scontato. Non solo era facilmente intuibile da una basilare analisi dell’andamento degli ultimi turni elettorali dal 2004 ad oggi quanto, piuttosto, perché l’informazione, soprattutto quella quotidiana, in particolar modo la stampata, ha sin dall’inizio presentato lo scontro per la poltrona a sindaco di Sassuolo come una lotta apertamente riservata a due persone, seguendo, così, non solo la logica – ormai in voga da diversi anni anche nel nostro paese – della semplificazione politica ricondotta unicamente a due contendenti/schieramenti ma anche avvicinando la competizione elettorale a quel binomio archetipico (e anche un po’ fideistico) della lotta tra il bene e il male. In quest’ottica ci sarebbe da capire chi sia il bene e chi sia il male tra Caselli e Pattuzzi, almeno secondo la stampa quotidiana che ha seguito tutta la campagna elettorale – operazione assai possibile analizzando i differenti tagli dei vari servizi giornalistici – ma chi scrive preferisce chiedersi se ci si trovi veramente davanti a tale dicotomia oppure se entrambi non rappresentino esattamente la stessa “fazione”. E non ci si sta riferendo certamente ai programmi molto simili tra di loro – che tra l’altro hanno portato entrambi a reciprochi scambi di accuse su chi avesse copiato per primo dall’avversario – quanto, piuttosto, al loro essere entrambi appartenenti alla nomenklatura (si perdoni la k, voluta, ma rende bene l’idea) di partito.

LA NOVITA' CERTAMENTE PIU' INTERESSANTE di queste amministrative 2009 è stata, senza ombra di dubbio (almeno per chi scrive come spiegherò tra breve), la presenza di un alto numero di candidati fuoriusciti da entrambi gli schieramenti – a onor del vero, soprattutto dal centrosinistra – che hanno deciso di presentarsi come alternativa ai due contendenti ufficiali appoggiati dai partiti nazionali più importanti. I risultati elettorali hanno certamente reso palese come questo aspetto non sia stato compreso dai cittadini sassolesi. Perché? La risposta potrebbe apparire semplice e forse potrebbe esserlo sul serio: gli elettori non sono informati sui retroscena della politica, specialmente di quella locale, o forse, ulteriormente a priori, le trame – per non dire le beghe – interne ai partiti non interessano. Oppure, terza ipotesi, ma sarebbe un fatto assai più grave – sebbene possa apparire realistico date anche le risposte che si sono lette e sentite nei giorni precedenti alle elezioni – gli elettori sono così distanti dal mondo della politica da votare senza sapere nemmeno bene cosa un candidato proponga e quindi indicare la propria preferenza un po’ per tradizione, un po’ per sentito dire e un po’ perché consigliato, senza possedere una benché minima coscienza critica sugli argomenti sui quali si è chiamati ad esprimersi. Queste ipotesi, quindi, vorrebbero così giustificare i risultati non certo entusiasmanti dei restanti sei candidati – e in particolar modo di quattro di loro –  che non approdano al ballottaggio. Evidentemente, i vecchi dirigenti che impediscono a Scalabrini di vincere il congresso del suo ex-partito e che impongono a Pecoraro la disciplina e il rispetto del proprio turno deciso a priori da qualcun altro e che, per ciò, lo costringono, volente o nolente, alle dimissioni da segretario del più grande partito della città, oppure, la volontà di altri dirigenti di formazioni assai differenti ma che, sempre ubbidendo a ordini provenienti dall’alto, decidono di mettere fuori gioco Bertacchi e Usai, evidentemente, dicevo, questi fatti infiammano i dibattiti delle tribune elettorali – come quella tenuta da Il Sassolino  – ma non toccano il cuore della gente. E perché tutto ciò? Ancora più semplice: perché la società civile a quel tipo di eventi non si è presentata. Questo non vuol dire che gli appuntamenti elettorali siano andati deserti, anzi, la nostra manifestazione ha riscosso un ottimo successo, ma ciò vuole significare come i partecipanti, in maggioranza, non fossero altro che gli stessi iscritti ai partiti e alle liste civiche che da lì a un mese si sarebbero presentate agli elettori. Questi ultimi – ovvero il target verso il quale quelle poche occasioni di presentazione dei candidati sono rivolte – erano assenti. Un’altra prova, empirica, a suffragio di questa tesi che si può ora condurre consiste nel basarsi sul numero di applausi ricevuti da ogni candidato durante il faccia a faccia del nove Maggio alla Casa nel Parco. Secondo l’applausometro, noto strumento statistico molto in voga in televisione, quel giorno l’assoluto vincitore al primo turno sarebbe stato Caselli. Invece, dopo un mese, vediamo come il candidato del centrodestra conquisti, sì, uno storico ballottaggio ma notiamo, ancor di più, come quegli applausi fragorosi si siano trasformati in un secondo posto, seppur di poco, dietro a Pattuzzi. Seconda piazza che non è detto non diventi prima ma che sicuramente sbugiarda il rilevamento empirico degli umori della cittadinanza che da molti è stato, a sinistra come a destra, spesso utilizzato negli ultimi tempi. Ciò che pare delinearsi è dunque un’idea di una popolazione, quella non compromessa con esperienze di militanza politica di alcun tipo, che non segue le logiche ipotizzate da coloro che la politica la praticano ma che riesce a sorprendere gli stessi attori in campo.

FACENDO CIO', PERO', E QUI SI ARRIVA AL PARADOSSO, si avvantaggia appunto la nomenklatura. Se le grida di dolore o i j’accuse dei vari Bertacchi, Pecoraro, Scalabrini e Usai contro i loro ex compagni di partito non fanno breccia è dovuto soprattutto alla noncuranza dell’elettorato verso i risvolti oscuri della politica e alla sua non abitudine alla riflessione, aspetto che questa tornata elettorale avrebbe, in teoria, anche stimolato. Per fare un esempio: in un’elezione a forte rischio sconfitta e nella quale, dati delle consultazioni precedenti alla mano, il ballottaggio doveva essere considerato il maggior risultato ottenibile per il centrosinistra sassolese, perché da quello stesso schieramento fuoriescono tre candidati che sfidano apertamente il sindaco in carica, due dei quali, oltretutto, ex-iscritti al suo stesso partito? Alle persone curiose come chi scrive questa domanda pareva (e pare) molto interessante e degna di riflessione e approfondimento ma anche di nota, soprattutto se collocata in un universo politico desolante nel quale i due presunti opposti non solo si attraggono ma paiono assai simili. Evidentemente, però, non si evidenzia il medesimo interesse nella grande maggioranza dell’elettorato cittadino.
Non disperino dunque Bertacchi, Pecoraro, Scalabrini e Usai. Se la nomenklatura ha, nuovamente,  vinto la colpa non è loro ma, con tutta probabilità, di una società civile distratta che, verosimilmente, si ferma all’apprendimento dei titoli (e solo ed esclusivamente quelli) urlati dalle testate locali le quali, in questo modo, non solo si assicurano l’attenzione necessaria per sopravvivere ma, al contempo, fanno da paravento a quella classe dirigente che, trasversalmente, si ripresenta sempre uguale a se stessa e che perpetua le logiche gerarchiche (e spesso geriatriche) dei partiti maggiori, anche di quelli che dichiarano – mentendo sia chiaro – di volere una struttura fluida e che parta dal basso. Per la grossa gioia dei capi, per il grosso dispiacere del paese Italia.



Commenti
Nuovo Cerca
MaRci  - Questo è giornalismo   |2009-06-09 04:45:28
Bell'articolo, complimenti! Di tutto ciò che ho letto oggi in merito ai
risultati elettorali comunali questo è per ora il migliore. Un punto di vista
originale, tesi ben approfondite e un ragionevole spazio al dubbio. Continuate
così, "Il Sassolino" THE BEST!
reverendo  - la ressa   |2009-06-09 07:18:18
Non so se siano più oscuri i retroscena dei giganti o dei nani.
Al di là del
ribaltamento numerico tra le provinciali e le comunali(pesante giudizio degli
elettori verso una parte di dirigenti locali),io penso che i cittadini siano
molto più intelligenti e attenti di quello che si crede e quindi riconoscono
come totalmente inutili questi minuscoli e personalissimi contenitori
vuoti!!
Vorrei farvi notare come alcune di queste piccole liste raccolgono meno
voti delle firme acquisite per presentarsi in lizza(questo la dice lunga sulle
manovre oscure....);una grande baraonda per smarcarsi dalla"casta" poi
una lunga fila e conseguente ressa per entrarci!!In pratica sputano nel piatto
dove vorrebbero mangiare o ,ancor peggio,dove
hanno già mangiato!!!
Enrico   |2009-06-12 04:03:19
binomio archetipico e fideistico???
Ragazzi, per favore, non scimmiottate i
giornalisti veri!!!
Francesco  - re:   |2009-06-13 03:41:51
Enrico ha scritto:
binomio archetipico e fideistico???
Ragazzi, per favore, non scimmiottate
i giornalisti veri!!!


Enrico, take it easy!!!
Vai tra', fratello!
Che hai mangiato,
prugne acide?
A me è piaciuto!

ciao!!!

Francesco
Commenta
Nome:
Email:
 
Website:
Titolo:
UBBCode:
[b] [i] [u] [url] [quote] [code] [img] 
 
 
:angry::0:confused::cheer:B):evil::silly::dry::lol::kiss::D:pinch:
:(:shock::X:side::):P:unsure::woohoo::huh::whistle:;):s
:!::?::idea::arrow:
 
Please input the anti-spam code that you can read in the image.

3.22 Copyright (C) 2007 Alain Georgette / Copyright (C) 2006 Frantisek Hliva. All rights reserved."

 
< Prec.