Caffè elettorale con Ivano Piccinini, candidato a sindaco per la lista civica “Conto anch’io a Sassuolo”, espressione politica dell’omonimo comitato: “Ma non ci confonderemo con i partiti”. E sui due favoriti: “Pattuzzi non ha una squadra all’altezza. Caselli? Si è spento”
Ivano Piccinini Ora che anche lei, Piccinini, è nel calderone della politica, come la giudica vista dal didentro? Guardi, noi abbiamo scelto il Nettuno come simbolo perché quasi tutti i cittadini che non si interessano direttamente di politica, se ne fanno un’idea diversa da quella reale. La politica è come un mare: i politici, con i loro discorsi e la loro retorica, fanno apparire questo mare come bello. Ma in realtà è pieno di pescecani… Specialmente a Sassuolo. Ed è una cosa che le è più chiara adesso? La politica ho cominciato a conoscerla nel 2005, quando ho iniziato ad impegnarmi con i comitati. Prima votavo, certo, e pensavo di avere idee chiare, ma in realtà non era così. A Sassuolo, in particolare, non conoscevo nessuno. Il tridente del Nettuno, ora, è proprio metafora del nostro voler “prendere” qualche pesce della politica… Non vi è mai venuto il dubbio che fosse meglio continuare a combattere le vostre battaglie da fuori, come Comitato, e non mischiandovi proprio ai partiti che combattevate e accusavate? Come Comitato abbiamo raccolto più di 7mila firme in questi anni, ma l’Amministrazione non ci ha mai risposto. Altre realtà che abbiamo tirato in ballo sì, come l’Asl o le forze dell’ordine oppure come una catena di grande distribuzione. Ma le forze politiche mai. E allora ci siamo detti che l’unica strada per costringere questi a risponderci, fosse entrare in consiglio comunale. Quindi il passo è stato fatto perché vi sentivate inascoltati? Assolutamente. Ma inascoltati anche dal centrodestra. Ad esempio? Sulla petizione contro la cattiva gestione dei “palazzi gialli” abbiamo cercato di coinvolgere l’opposizione verso un obiettivo comune a favore dei residenti della zona. Ma il centrodestra non ci ha considerato. I vostri eventuali consiglieri resterebbero legati al Comitato (nella foto, Piccinini beve il caffè davanti ad un esercizio che sostiene ufficialmente il Comitato, ndr)? Sì, il Comitato rimane. Anzi, tutti quelli nella nostra lista hanno firmato una dichiarazione dove si fa esplicito riferimento al Comitato Conto Anch’io e al suo pensiero. Quanti sono i cittadini che hanno aderito al Comitato? Circa 900. Se tutti costoro vi votassero e convincessero anche un famigliare a farlo, sarebbe già un bel risultato… Sì, certo. Ma sappiamo che un conto è simpatizzare per un comitato, un altro è votare per quelle persone. Adesso la gente vede la sua faccia in mezzo a quella degli altri politici, sui manifesti, sui giornali. Potrebbe catalogarvi come uno tra i tanti partiti. Concordo, il rischio c’è. Ma ci distinguiamo nettamente come programma: abbiamo chiesto i tagli delle spese della politica, cosa che non ho visto negli stessi termini né a destra né a sinistra. Poi noi siamo per la politica fatta dai cittadini, non dai partiti. Altri punti in cui il vostro programma si distingue? Vogliamo una tipologia di bandi più trasparente. E siamo contro le municipalizzate. La nostra proposta è anche quella di mettersi in concorrenza con Hera: se diventassi sindaco, costruirei un impianto pirolitico (un processo per la decomposizione termochimica dei materiali organici, ndr), come accade in tante città internazionali. Darebbe la possibilità di avere sia il gas che la luce gratis: in due anni avremmo ammortizzato i costi dell’impianto, poi avremmo energia gratuita per i cittadini. Nelle prossime settimane sarò anche relatore in convegni sul tema. E perché in Italia nessuno ci avrebbe già provato? Perché andresti contro le municipalizzate. Ad Hera, in fondo, va bene sia il centrodestra che il centrosinistra… Quindi siete convinti che la gente percepirà queste differenze di programma. Mi auguro di sì. Il vero nostro problema è che i media locali ci danno poco spazio. Un giudizio sul sindaco Pattuzzi. Penso che non abbia una grossa squadra attorno a lui, esclusi forse uno o due elementi. E quindi non ha lavorato nel migliore dei modi. I problemi c’erano e ci sono ancora, anzi, sono aumentati. Ne è dimostrazione il proliferare di comitati. Economia: lei crede che il sindaco di una “piccola” città come Sassuolo abbia responsabilità al cospetto dell’enorme crisi globale? Non sono movimenti che vanno oltre le competenze di un primo cittadino? Il nostro sindaco può fare molto. Dovrebbe adoperarsi per incentivare gli investimenti sul territorio, e invece oggi quasi tutti gli imprenditori vedono Sassuolo come una zona senza vantaggi e con solo difficoltà. Perché un Soros o un Del Vecchio, per dirne due, non potrebbero investire qui? Ma bisognerebbe invogliarli con incentivi. Qui ci sono prezzi pazzeschi: un capannone costa più qui che a Milano! E poi servono gemellaggi, relazioni internazionali con realtà importanti ed emergenti quali Dubai. Serve, inoltre, un punto di stoccaggio, un transit point, e deve essere incentivato il trasporto via rotaia: Pattuzzi avrebbe la possibilità di intervenire. E voglio chiarire una cosa. Dica. Sono girate voci strane su certe mie dichiarazioni riguardo l’Iva. La mia posizione era stata questa: Tremonti disse che per distretti con produzioni specifiche si poteva ragionare sulla richiesta di un’agevolazione sull’Iva. Non ho mai detto che fosse possibile abrogarla, ma provare a capire come agevolarla sì. Un giudizio sul candidato Caselli? E’ tanti anni che fa politica, è già stato candidato a sindaco, ha perso. Purtroppo vedo un po’ assente anche lui, ha perso un po’ di smalto. All’inizio era più propositivo. Non vedrei grosse novità nel caso fosse lui il nuovo sindaco: i programmi dei due contendenti si assomigliano. E poi è ora di smetterla di strumentalizzare questioni come la moschea, che è sicuramente un argomento importante ma non è il più importante: dobbiamo pensare alle famiglie, al carovita, al lavoro. Ha dichiarato di avere avuto avance per alleanze sia dal centrodestra che dal centrosinistra. Entrambi hanno cercato un accordo con noi. Ma come ho sempre detto, abbiamo fatto questa lista per essere indipendenti e quindi non facciamo accordi con nessuno. Questa è stata la sua risposta? Sì. Ed è la stessa risposta che darebbe in caso di ballottaggio Pattuzzi-Caselli? Sì, resteremmo indipendenti. Nei programmi degli altri non vediamo cose che ci soddisfano. Quindi esclude accorpamenti in caso di ballottaggio. Assolutamente. La prima cosa che farebbe, invece, in caso di sua elezione a sindaco? Abbasserei subito il mio stipendio e quello degli assessori.
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