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Usai: “Soffrivo in maniera militare…” Stampa E-mail
Scritto da Catia Bartoli   
giovedì 28 maggio 2009
Angioletto Usai
Angioletto Usai
…e allora Angioletto Usai ha deciso di rompere con i Comunisti italiani per presentarsi da solo: “Credo nella libertà decisionale. Faccio battaglie del genere sia da bambino”.
E Pattuzzi e Caselli? “Sono due facce della stessa medaglia”

    
Egregio Usai, come mai ha deciso di presentarsi da solo ed allontanarsi dal suo partito, il PDCI?
Nell’ultimo anno e mezzo era diventata una sofferenza militare nel mio partito, seppur con la più grande dedizione e seguendo la linea nazionale. Ho portato avanti le mie idee, comunque non contrarie alle indicazioni generali del partito stesso. Ho cercato di creare consenso attorno alla libertà decisionale riguardo alle questioni etiche come per esempio il credo religioso o la possibilità di avere un figlio, scontrandomi con coloro che, pur appoggiandosi a concezioni legittime ma a mio avviso superate, volevano imporsi su questi argomenti non dando completa informazione a riguardo alle persone che ci seguivano. Ho sempre fatto battaglie del genere fin da bambino, facevo domande.
Quindi?
Mi sono allontanato perché ritenevo importante portare le esperienze di vita in campo, riportarle nel sociale. Tutelare coloro che non avevano potuto raggiungere livelli di benessere ai quali io stesso avevo avuto accesso. Sono molto legato alla Costituzione Italiana, che ha ampi margini di interpretazione, ma che in certi frangenti ho avvertito strumentalizzata. Certi limiti non potevano essere, a mio avviso, oltrepassati. Quando questi limiti vengono oltrepassati, il “mio” limite come quello dei più deboli, io divento prepotente e rischio di persona, pur di salvaguardarli. Aggiunga che qualche “capo bastone” di Modena come forse di Roma, preposto al proprio compito spesso solo per il periodo elettorale, mi ha suggerito di farmi da parte per “svecchiare” ed è presto detto il perché della mia decisione. In tante liste hanno inserito persone “in vista” nella comunità sassolese.
Che ne pensa?
Ho pieno rispetto per queste persone ma non per chi le ha scelte perché utilizzano il personaggio per prendere voti, infischiandosene poi della battaglia personale del personaggio in questione. Questi personaggi rimarranno collegati sempre alle scelte del partito. La mia lista invece è fatta di persone vere, che non sono conosciute ma con problemi concreti e comuni a gran parte dei sassolesi. L’idea dell’indipendenza della lista è maturata sulle storie di vita vera. Era un percorso obbligato ed è diventata una grande sfida ma sono sempre stato per le sfide, sopratutto dove c’era da mettere la faccia.
Perché un elettore di sinistra dovrebbe votare lei piuttosto che un altro candidato della stessa linea?
Credo nella disciplina, che è la chiave della sicurezza. In tutti i sensi. Non serve mettere un autoblindo sulle strade che spara a ogni movimento di foglie per far rispettare le regole, basta disciplinare la società, utilizzando personale preposto a farlo. Per queste affermazioni qualcuno mi darà del fascista, altri dello stalinista. Sono un cittadino italiano che rispetta la Costituzione. E che vuole salvaguardare i diritti dei più deboli, di coloro che non sono “in vista” ma che attraverso le norme costituzionali sono in grado di esprimere la propria opinione, Non tutti se la sentono, hanno il coraggio di alzare la testa, non tutti vogliono rischiare. Io non ho difficoltà a farlo. La mia storia personale è il mio percorso politico, credere in un movimento spontaneo che permetta di abbattere gli ostacoli.
Come ha scelto o componenti della sua lista?
Il box di Angioletto UsaiE’ composta da persone comuni, umili, che mi seguono accettando la sfida. Ogni persona è un’enciclopedia di vita simile alla mia. Gente che ha sete di onestà e giustizia. Ci sono 18 donne: mamme di famiglia, vedove, separate, single. Ci sono laureati e persone con la licenza media. Se questa lista venisse votata raggiungeremmo la massima semplificazione nei rapporti tra istituzioni e cittadino. E’ la massima democrazia, la Costituzione applicata ai massimi livelli, semplificando la vita a tutti, senza far fare il giro del perdono per vedere ascoltate le proprie richieste e soddisfatte le proprie necessità. Tutti in egual misura. Usai non è un capo popolo ma una persona che cerca di far alzare la testa alla gente comune che ha difficoltà. Le persone più ricche ed in vista riusciranno con qualsiasi sindaco a veder soddisfatte le proprie richieste, attraverso i loro importanti contatti,  le persone comuni no. Io sarò colui che le rappresenterà e le aiuterà. Questo è il motivo per cui Angioletto Usai, in mezzo al baraccone politico sassolese, vuole portare semplicità ed onestà.
Un commento su Pattuzzi e Caselli.
… sono due facce della stessa medaglia.
In caso di ballottaggio tra i due, cosa farà?
Il nostro gruppo cercherà, con mezzi che abbiamo, di prendere il massimo dei voti, di vincere. E’ un sogno, lo so, ma avrebbe vinto il popolo. Non ci schiereremo da nessuna parte. E nel caso non dovessimo vincere continueremo come sempre a portare avanti la nostra battaglia. Non possiamo accettare che un padre di famiglia si arrampichi su di una gru per ottenere un lavoro, deve essere ricevuto ed ascoltato non entrare in un sistema burocratico che gli fa perdere tempo e ottenere ciò di cui ha bisogno dopo anni.
Che cos’è la cosa di cui Sassuolo ha più bisogno?
Oramai Sassuolo è multietnica. C’è tanta forza e cultura in tutto questo. Ciascun popolo presente sul territorio è una risorsa. Sassuolo ha bisogno di un sindaco e di una giunta che possa capire ed interpretare i bisogni di ciascuno, al di là delle origini o appartenenze culturali e religiose del singolo. Ha bisogno di un sindaco che viva in mezzo alla gente, mangi con loro, ne condivida le abitudini. E credo che non ci sia nessuno tra i candidati che possa fare questo.


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