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Applausi per Loach e Cantona Stampa E-mail
Scritto da Enrico Vannucci   
lunedì 18 maggio 2009

Una scena dal film di Loach

DAL NOSTRO INVIATO A CANNES - Ken Loach con Looking for Eric si candida seriamente alla vittoria finale. Nel film trovano spazio sia elementi comici e divertenti sia elemenenti più drammatici mescolati con grande maestria dal regista britannico. L’Eric del titolo non solo è il depresso postino, protagonista di questa storia brillante ma anche quell’Eric Cantona che il mondo conosce soprattutto per le sue abilità calcistiche ma che da qualche anno a questa parte ha intrapreso una carriera da attore in svariate produzioni anche assai famose. Ma qui, nella pellicola di Loach, Cantona interpreta sé stesso o, meglio, un’immagine mentale, una fantasia, di sé stesso. Infatti, Eric (il postino) immagina di parlare con Eric (il calciatore), suo personale idolo dai tempi della presenza di quest’ultimo nelle file del Manchester United, e di ricevere da lui importanti consigli su come migliorare la sua vita: prima nel ricostruire la realazione con la madra di sua figlia e, poi, sul modo di risolvere un grosso guaio nel quale uno dei suoi due figli si è andato a cacciare. La pellicola, della durata di poco meno di due ore, risulta godibile dall’inizio alla fine grazie a un umorismo brillante che non manca mai, soprattutto quando Cantona è in scena ma anche quando, e questo conta molto, la vicenda prende una piega un po’ più seria. Loach, infatti, questa volta, non rinuncia mai all’ironia evitando di imbastire scene unicamente melodrammatiche come in molte suoi altri film.

Non che la vena comica sia una novità per questo autore ma in Looking for Eric essa ne è la chiave anche per capire il “ritorno alla vita” da parte del postino depresso. Una delle scene più divertenti di tutto il film è sicuramente quella de “The Operation Cantona” nella quale un centinaio di tifosi del Man Utd invadono la proprietà di un piccolo criminale, responsabile di un ricatto ai danni del loro amico Eric e di suo figlio, con l’intento di fargliela pagare, tutti con addosso una maschera di gomma dalle sembianze del calciatore francese. La pellicola è sicuramente nelle corde di Loach e, sebbene sia meno politica rispetto a molti suoi lavori precedenti, continua in ogni modo a raccontare un pezzo di inghilterra e la sua working class sebbene, questa volta, il meraviglioso fa il suo ingresso nel mondo realista tipico del cineasta britannico. E questa novità non solo non snatura il suo pedegree ma, così brillantemente amalgamato, lo arricchisce. Gli applausi scroscianti alla fine della proiezioni per la stampa sottolineano come la pellicola sia stata ben accolta e le possibilità che può avere per essere una giusta contendente per la Palma d’Oro.

Clicca sull'immagine per leggere tutti gli articoli del nostro inviato al Festival di Cannes  

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