Numero 48, Autunno 2009 - UN NUMERO SPECIALE: con questa uscita
si chiude la prima parte della vita del "Sassolino" inteso come mensile,
mentre prosegue a pieno ritmo il portale "il Sassolino.net" (e comunque
non finirà qui!). A corredo di una mostra organizzata dalla Redazione,
ecco un numero speciale con tanti aneddoti, un racconto di Emilio
Rentocchini, il lavoro di Leo Turrini e tanto altro...Clicca sulla copertina per scaricare |
Quando il Distretto si indebita |
Scritto da Daniele Dieci | |||||||
mercoledì 25 marzo 2009 | |||||||
Come si è arrivati di fronte alla crisi? Qual era, in fin dei conti, lo stato di salute del settore ceramico prima che scoppiasse la bolla finanziaria? E’ sempre più facile, in questi mesi, assistere a manifestazioni di sconforto e sfiducia, ad interventi volti a drammatizzare lo stato attuale dell’economia italiana e mondiale. In pochi però si sono chiesti se, oltre al fallimento del sistema finanziario e alla “globalizzazione” additata come fattore scatenante della crisi, ci siano state altre cause. Nessuno, in sostanza, è andato a vedere se ci fossero anche delle responsabilità dirette della gestione operativa delle aziende. Dottor Ballarini, a cosa dobbiamo la drasticità della crisi economica? La brusca frenata indotta dalla crisi economica è legata ad una contingenza particolare, cioè alla situazione finanziaria. Se andiamo a vedere i dati degli anni scorsi, noteremo come già da tempo il settore ceramico fosse in discesa costante. A questo stillicidio s’è aggiunto il terremoto finanziario, che ha accelerato ed amplificato un processo che era già in atto. Si può quindi considerare in modo quasi benefico il duro impatto economico che la drammaticità della crisi ha portato con sè? Di sicuro sappiamo che dalle crisi eccezionali, come può essere appunto quella che stiamo vivendo attualmente, nascono grandi opportunità. Se non ci fosse stata questa accellerata, lo scivolamento del settore sarebbe continuato ad essere lento ma costante, proiettando in futuro più lontano una realtà ancora più difficile da superare. Questo rapido scatto porterà le aziende a muoversi in maniera più decisa, concetto però vale solo per le aziende che hanno la forza e le possibilità per farlo. A questo, inoltre, dobbiamo aggiungere la crisi del settore immobiliare, legato a doppio filo con il settore ceramico. Certo, anche per questo abbiamo avuto danni ancora peggiori rispetto ad altre aree di produzione. Soprattutto ci ha tagliato le gambe la crisi delle costruzioni in America. Teniamo però presente che si era arrivati a un mercato immobiliare esageratamente brillante, drogato dai cosiddetti titoli tossici, che finanziavano l'acquisto della casa anche a chi non era in grado di restituire il debito: un mercato così forte non sarebbe potuto durare a lungo.
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