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Davide Toffolo: “Dicono che sto dalla parte della vittima” Stampa E-mail
Scritto da Marcello Micheloni   
lunedì 15 settembre 2008
Festival Filosofia 2008 - Parla Davide Toffolo, professione creatore di fumetti e front man del gruppo rock ‘Tre allegri ragazzi morti’: “Sono davvero novecentesco. Sto ancora a pensare alla rivoluzione”. E sull’ispirazione: “L’ho incontrata, ma ho sempre paura si dimentichi di me”

Egregio Davide, ho l’impressione che la Fantasia sia un bisogno della mente, un’esigenza. Un canale dell’inconscio? Tra l’altro, in certi  tuoi “tratti” l’inconscio pare evidente…
Sono sempre sorpreso quando rivedo o riascolto quello che disegno o scrivo. C'è la possibilità di leggere dentro qualcosa che nel momento in cui lo realizzi davvero non capisci a pieno. Per me che sono un disegnatore è anche il modo per conoscere le cose. La mia indagine parte dal segno, perciò una ricerca intima che poi mi offre un attrezzo per la descrizione, o per l' analisi del mondo intorno. Ma succede anche che quello che disegno o scrivo funzioni da premonizione. Lì mi spavento di più.
Davide Toffolo, un autoritratto
Un autoritratto di Davide Toffolo tratto dal libro "Diari de Argentina y Uruguay"

A cosa ti servono musica e fumetto? Che esigenze sono?
Io "sono" la mia musica e i mie fumetti. Certo che ho un'esigenza di disegnare simile a quella di mangiare o respirare perché sono diventati una parte di me, della mia esistenza.
Mi sento oggi un residuo del '900. Mi piacciono i fumetti e il rock’n’roll. Dal terzo millennio li vedo proprio come due forme di espressione fortemente retrò, senza che io abbia un gusto  nostalgico. Li vedo così intrecciati all'idea di cambiamento. Di rivoluzione addirittura. Sono davvero novecentesco. Sto ancora a pensare alla rivoluzione.
Come descriveresti l’ispirazione? E’ legata alla Fantasia?
Certo che l'ispirazione, che spesso ho incontrato e sempre ho paura si dimentichi di me, ha qualcosa di "supernaturale". Arriva con la forza di un innamoramento e ti tiene forte fino alla realizzazione dell'opera. Ma ci sono momenti diversi. L'ispirazione ha bisogno di molto lavoro intorno per diventare qualcosa. Per molto tempo ho attinto a visioni e immagini che erano dentro ad uno spazio fra la veglia e il sonno. Immagini ipnagogiche. Alexander Zograf dice che è uno spazio comune, nel quale le idee, la fantasia ha una dimensione collettiva.
Come coniugare la Fantasia con la parte più commerciale del tuo lavoro? Insomma: dischi e volumi li devi vendere. Si scende a compromessi?
Non credo al denaro e questo mi rende meno permeabile al compromesso. Però lavoro su forme d'arte che sono per natura multipli e diventano oggetti da vendere. E spesso sono anche il produttore della mia arte e ogni tanto anche l'editore. Ma, come dice anche Pasolini, penso che scambiare la poesia, perché quello che faccio penso siano pezzi di poesia, per una merce, sia solo una semplificazione. Le crepe di questo pensiero materialista e capitalista sono così evidenti. La poesia e la merce è anche il titolo di una canzone dei Tre Allegri Ragazzi Morti. E’ la nostra condizione di contemporanei, un pensiero che occupa e mi stimola.
Gattino a tre zampe, disegnato da Toffolo
Gattino a tre zampe, "Studio per Tripod", di Davide Toffolo

Il rapporto col pubblico, creare empatia: è un toccare certe corde della Fantasia di chi ha già accumulato un background culturale, dei gusti, un’esperienza simile alla tua? Oppure, platonicamente parlando, con la Fantasia si possono risvegliare corde comuni, ideali, magari sopite ma proprie di ciascuno.
Il "pubblico" è una entità molto presente nella mia vita di artista. Mi sono sempre sentito più proprietà del pubblico che vive le mie piccole invenzioni che di qualunque editore o tantomeno dei media. Quello che la mia scrittura muove nelle persone davvero non so cosa sia. Un grande pittore contemporaneo Gianluigi Tocafondo, dopo avere assistito ad un concerto dei Tre allegri ragazzi morti, mi ha detto che la mia scrittura è "dalla parte della vittima". Mi è piaciuta come visione.
Certo è una sensibilità al dolore che muove la mia azione artistica. Per questo mi interessa la rivoluzione. Ma di più sulla mia arte preferisco non sapere.



Commenti
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Grande Davide  - grandissimo Davide   |2008-09-15 11:39:45
Davide, resta così. E se proprio devi cambiare, cambia in meglio. Anzi, resta
così!
OCCHI BASSI  - cammino   |2008-09-17 07:02:05
Occhi bassi, quando cammini, dritto in faccia non mi guardi mai.

Grazie
Davide

Piuma
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