Fiorello contro Bonolis (e i murales) |
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Scritto da Marcello Micheloni
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mercoledì 10 settembre 2008 |
Ancora un paio di tornate elettorali e ci siamo: Fiorello da una parte e Bonolis dall’altra. Calamitare il pubblico conta sempre di più. Dio maledica gli esperti di comunicazione. Gli analisti giudicano prima di tutto se la voce di Obama è stata titubante o ferma, se McCain ha risposto con prontezza e non ha fatto gaffe. I faccia a faccia sono uno show, i contenuti contano sempre meno. Si vota il “saper stare davanti alla tv”. E allora tanto vale passare subito a Fiorello e a Bonolis. Qui a Sassuolo siamo già avanti. Conta mostrare la faccia (dura o buona che sia) prima che l’idea, prima che tendere a fare la cosa giusta. Hanno fatto i murales sul palazzaccio di Braida. Che non sarebbe stata una soluzione a tutti i problemi era ovvio, lo sapevano gli stessi artisti. E’ arte, appunto, con annessi e connessi. Ma è parso un buon pretesto per mostrare la faccia dura o buona. Chi ha tentennato e l’ha mostrata indecisa (come la maggioranza in Consiglio, che ha prima lodato la cosa attraverso un assessore e poi - spinta dai tanti comunicati arrabbiati? - l’ha discussa attraverso il segretario del partito più forte) ha perso gli ennesimi punti di share. Audience puro. Abbiamo ragionato su qualcosa o ci siamo mostrati (tutti) alle telecamere in vista delle elezioni?
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