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Andrea Pecile: “Trasmettere la Fantasia è un dovere” Stampa E-mail
Scritto da Marcello Micheloni   
venerdì 29 agosto 2008
L’eclettico e “sempre sereno” Andrea Pecile, campione della pallacanestro italiana ed idolo di quella spagnola, approfitta della tematica del Festival Filosofia2008  per parlarci del rapporto tra Fantasia e sport: “Essere creativi ma concreti non è facile”. E ci rallegra con mille aneddoti da vero filosofo…

 
“Io sono quello da guardare, quando ho voglia di giocare sono schiavo dell'artista che c'è in me.
Datemi il pallone, non parlate, poi correte ad abbracciarmi. Io sono l'ultimo egoista perché sono un fantasista; faccio quello che vorreste fare voi.”
E’ proprio Andrea Pecile a suggerirci questo passaggio della canzone “Il fantasista” di Enrico Ruggeri. Un assist perfetto ai fini dell’intervista da parte di un atleta più volte nazionale di basket, con una carriera appassionata tra Italia e Spagna. Ma anche creatore del brand “Stai sereno…sempre…”, utilizzato per una serie di peripezie internet (www.andreapecile.it ) e per una linea di abbigliamento di cui lo stesso Pecile è ideatore. Insomma, come dice lui stesso, Andrea, triestino purosangue, è “uno che non si annoia”. E che abbiamo pensato fosse perfetto per affrontare il tema di quest’anno del Festival Filosofia.
Andrea, qual è la prima cosa che ti viene in mente se ti nomino la Fantasia?
Roberto Baggio che gioca a calcio. E’ l’unico mito sportivo che ho, ed è l’essenza della Fantasia, lui e le sue giocate. Di conseguenza lego alla Fantasia anche il numero 10.
Che hai indossato spesso in campo…
Mi piaceva trasportare l’idea del fantasista del calcio nell’ambito del basket. Quando ho potuto ho cercato di prendere quel numero come simbolo. In Spagna mi è capitato di giocare col 55, ovvero 5 più 5 uguale a 10…

Andrea Pecile in maglia azzurra. Ovviamente col 10...
Andrea Pecile con la maglia della Nazionale

Fantasia e sport: il gesto creativo dell’atleta è quello che di solito piace di più al pubblico. Non è sempre, però, quello che piace di più agli allenatori…
Credo occorra superare il sentire comune secondo cui il fantasista è anche quello che si sbatte meno, che si allena poco. Non è detto che un gesto tecnico fantasioso debba per forza sopperire a una mancanza di voglia o a limiti fisici. Soprattutto nella pallacanestro dove tutti devono saper difendere, attaccare, passare. La Fantasia è il gesto che arricchisce il giocatore. La cosa che mi dà più gioia in campo è quando sento il boato di emozione e sorpresa della gente.
Mai avuto problemi con allenatori “sergenti di ferro” affezionati allo schema?
So che la differenza che passa tra l’essere un “giocoliere” fine a se stesso e un giocatore fantasioso ma concreto è molto sottile. Per questo sono stato uno che, pur tentando di metterci del mio in ogni giocata, ha sempre avuto la convinzione di saperlo fare! Per fortuna ricordo poche cazziate per essere andato fuori schema…
Quali altri sport abbini al concetto di Fantasia?
(ride, ndr) Personalmente mi sto concentrando sui tuffi… Ho coinvolto anche altri giocatori: appena li becco gli faccio fare un tuffo e poi metto tutto sul mio sito (stili non proprio alla Tania Cagnotto, ndr). A parte gli scherzi, in passato ho fatto anche snow-board. Un animo da artista lo puoi trovare davvero in qualsiasi sport. Buon appetito...
Il tuo motto “Stai sereno…sempre…” come è nato? Qui siamo in un contesto (quello del Festival Filosofia) in cui capita di parlare di ricerca interiore: dietro al tuo motto, alla tua personalità c’è una maturazione? O sei sereno da sempre?
C’è un percorso. Il semplice motto è nato nel 2005, con Giorgio Boscagin, dopo un mese e mezzo di raduno con la Nazionale prima dei Giochi del Mediterraneo. Cinquanta giorni di ritiro ci avevano toccati dal punto di vista della serenità… E allora è uscito questo motto, un po’ per gioco. Ma in seguito, pian pianino, c’ho lavorato sopra. E’ una cosa che riguarda la vita, non solo il basket. Ora è una cosa più seria, un credo.
Una Filosofia di vita.
La cosa che mi fa pensare è che sul mio sito ricevo messaggi in cui in tanti mi dicono come il motto li abbia fatti pensare, li abbia aiutati a capire che è meglio vivere “sereni sempre”. Poi (torna a ridere, ndr) c’è stato anche chi mi ha suggerito di creare un “sotto brand” di “Stai sereno…sempre…”, che sarebbe “stai sereno spesso”: per qualcuno che non è sereno sempre è difficile diventarlo tutto in una volta, e già si accontenterebbe di stare sereno spesso…magari tendente al sempre.
La Spagna, dove giocherai anche quest’anno (a Siviglia), è un po’ la tua seconda casa?
Sì. E come basket c’è molto più pubblico rispetto all’Italia, più attenzione dei media, ci sono le partite sul canale nazionale, ci sono grandissimi risultati della Nazionale che aiutano… Devo ammettere, però, che vedo segnali di ripresa da parte della Lega italiana.
E a livello di Fantasia chi vince?
Ti dico solo che l’anno scorso lo slogan dalla ACB (la Lega spagnola, ndr) era "Tiempo de magia". Hanno fatto anche spot con i giocatori stilizzati tipo cartoni animati. Sono molto attenti allo spettacolo puro. Hanno un mix giusto tra lo show, proprio dell’Nba, e la tipica voglia di mirare solo al risultato che c’è qua in Europa.
Il giocatore più fantasioso con cui hai mai giocato?
Naturalmente non c’ho mai giocato insieme, ma mi ha sempre impressionato “Pistol” Pete Maravich (giocatore americano degli anni ’70, ndr): guardando i vecchi filmati mi chiedevo come fosse possibile che facesse certe cose… Tra quelli italiani dico Patrick Nanut, una carriera in serie B: quand’ero piccolo lo andavo a vedere che faceva i derby contro Francesco Gori, derby da 60 punti ciascuno. Ecco, io a vedere uno, mancino, che si incazzava, ma che poi ti faceva il passaggio dietro la testa, impazzivo.
E quello più filosofo?
Indiscutibilmente: Michele Mian (diverse medaglie vinte con la Nazionale, ndr), che ha anche i tratti somatici del filosofo… E’ laureato in Filosofia. Anni fa, a Gorizia, capitava che si fermasse a casa mia a mangiare i pomodorini che coltivava lui nel suo orto. E poi leggeva i libri di filosofia per gli esami. Direi che qui non ci sia gara…Il logo del Sunshine Store, la linea di abbigliamento del motto
Sei anche ideatore di una linea di abbigliamento.
E’ una cosa ludica, nata proprio come un gioco. All’inizio avevo fatto queste “magliette della serenità” solo per i compagni di quei “famosi” Giochi del Mediterraneo di quando nacque il motto, poi mi ha appoggiato una ditta di magliette e ne abbiamo create diverse. Ci divertiamo.
 

Ed è a questo punto che Andrea ci consiglia la canzone di Ruggeri. E chiude dando una dritta ai creativi di tutto il mondo: “La Fantasia va contro la routine quotidiana. Per chi la possiede è un “dovere” trasmetterla agli altri. Senza essere spocchiosi. Semplicemente essendo se stessi.”
E ci mancherebbe, caro Pec.

Pecile esulta, abbracciato da Jacopo Giachetti, dopo il canestro decisivo da tre punti nella finale dei Giochi del Mediterraneo 2005 vinta contro la Grecia
Pecile esulta, abbracciato da Jacopo Giachetti, dopo il canestro decisivo da tre punti nella finale dei Giochi del Mediterraneo 2005 vinta contro la Grecia
 



Commenti
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fillo  - numero 1   |2008-08-29 05:41:33
Pec, ci manchi in Italia
ruggeri bravo  - Grande Pecile   |2008-08-31 09:52:01
Andrea non sono tifoso di basket ma ho apprezzato l'intervista, poi sei uno dei
pochi che ho sentito citare quella canzone di Ruggeri...
Barbara   |2008-09-04 05:13:04
BRAVO!
fantasia con serenità...sempre...
Sono contenta di averti incontrato!

Un mega abbraccio.
smakc Ba
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