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Le UniKe e il meccanismo virtuoso... Stampa E-mail
Scritto da Doriano Rabotti   
lunedì 02 luglio 2007
Dopo la strepitosa vittoria del campionato, il Sassuolo Volley targato Unicom Starker Kerakoll prepara la prossima stagione in serie A1. Sempre sotto il segno di Claudio Giovanardi, l’uomo dagli slanci estremi, e di un legame vero con la città. E sotto la guida di un nuovo allenatore

L'hanno già definito l'uomo dell'anno, ed è difficile dare torto a chi ha cantato le lodi di Claudio Giovanardi. Difficile quando il bottino di fine stagione del vulcanico Yoyo, presidente del volley sassolese, parla di quattro centri su quattro colpi, un en plein che non ha precedenti. Anche perché non sono in tanti a poter dire di averli fatti nella stessa stagione e con due squadre diverse.
Sassuolo è in A1, dopo aver vinto anche la Coppa Italia di A2, e già quello era stato un bel segnale, perché una piazza che del volley ha scritto anche pagine belle a cavallo della fine degli anni settanta  era rimasta ferma a quella unica Coppa Italia vinta dall'Edilcuoghi ad Ancona, tra i maschi, nel 1981.

Abbraccio Turlea-Nucu (foto Coltellacci/Sassuolo Volley)
Abbraccio Turlea-Nucu (foto Coltellacci/Sassuolo Volley)
Se citiamo quella squadra, rimasta mitica nel ricordo di tantissimi appassionati, è per un motivo preciso: la Polivalente Paganelli aveva già riassaggiato la massima serie, anche dopo il suo 'restauro', per mano del Volley 2000 Spezzano trasformato per l'occasione in Nuova San Giorgio. Ma quello era un trapianto di una realtà, per quanto meritoria, nata qualche chilometro più in là. Invece il Sassuolo Volley, pur con il titolo comprato dal Volley Modena, è una costruzione completamente autoctona, e soprattutto ha saputo legarsi al territorio in modo esemplare, in questi primi due anni di vita. Con iniziative importanti che hanno accompagnato all'esperienza sportiva anche campagne di educazione ambientale, ma soprattutto con i risultati tecnici che hanno fatto appassionare la città. Se c'erano ottanta sassolesi anche a Roma, in quel 17 giugno che ha sancito l'approdo delle UniKe nella massima serie, un motivo ci sarà.
E il motivo è da ricercare, oltre che nella bravura e nella bellezza della squadra, soprattutto nell'entusiasmo con cui Giovanardi ed i suoi collaboratori hanno lavorato in questi due anni. La stessa passione che solo tre mesi prima aveva portato il patron, dopo una sconfitta più brutta delle altre, a minacciare di andarsene, salvo ripensarci dopo aver ricevuto qualche rassicurazione su aiuti locali non meglio precisati. Chi conosce Giovanardi da qualche anno sa che è un personaggio così, che va preso come tutti con i suoi pregi e i suoi difetti, capace di slanci estremi nel bene e qualche volta nel male. Ma siccome stavolta è andata bene, sarà giusto spiegare che soltanto uno come lui, nella Sassuolo tanto ricca quando disinteressata ai fenomeni di massa (lo dimostra il fatto che il vero finanziatore della squadra di calcio sia un forestiero come Squinzi, il signor Mapei), poteva portare  a compimento un progetto simile. Diamo a Yoyo quel che è di Yoyo, perché se lo merita.
L'unica ombra sul futuro, con tutto il rispetto per Tommy Ferrari che ne rileverà l'eredità, è la certezza che non sarà Luciano Pedullà a guidare la Unicom Starker Kerakoll nella massima serie. Problemi familiari sono alla base della scelta del tecnico, un'altra delle scelte azzeccate da Giovanardi, di lasciare la panchina ad un allenatore giovane ma comunque già esperto, anche per aver lavorato con lo stesso Pedullà, con Lang Ping e con Angiolino Frigoni a Novara.
A Pedullà, comunque, Sassuolo dovrà trovare un modo per dire grazie, perché c'è molto di suo, in questa promozione storica. Poi è chiaro che quello che più conta, nelle società sportive, è sempre la struttura. Considerando che Giovanardi avrà il suo bel daffare anche con Milano tra i maschi (con cui ha conquistato coppa Italia di A2 e promozione in A1, tanto per completare il quadro dell'en plein), diventerà ancora più importante il lavoro dei suoi collaboratori. Intanto, per fare crescere ancora un vivaio sul quale il presidente ha dimostrato di voler investire fin da subito, è stato acquistato un titolo di B2 per aiutare le giovani più promettenti a farsi le ossa, e arrivare magari un giorno a rinforzare la prima squadra con forze fresche locali.
Anche per questo, crediamo che ormai sia stato messo in moto un meccanismo virtuoso che porterà presto a risultati importanti. Scommettiamo che entro tre anni parleremo di scudetto?

Tutta la carica di Valentina Cozzi (foto Coltellacci/Sassuolo Volley)
Tutta la carica del libero Valentina Cozzi (foto Coltellacci/Sassuolo Volley)
 



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