IL SASSOLINO.NET | Informazione Cultura e Sport a Sassuolo - 2008: i clienti sassolesi emigrano in città

2008: i clienti sassolesi emigrano in città

Scritto da Laura Corallo

giovedì 03 luglio 2008

“Difficile che in paesi come Sassuolo e Carpi attecchisca la prosituzione di strada”, spiegano i Carabinieri. Tanti allora si spostano sulle strade attorno a Modena, oppure in caldi appartamenti. Che si dice non manchino nemmeno qui…

NELLE PERIFERIE del distretto ceramico di Sassuolo, il fenomeno della prostituzione non si è mai radicato, almeno quella su strada, a differenza di altre città emiliane come Modena o Reggio Emilia costrette ciclicamente a confrontarsi con le problematiche innescate dalla presenza dei “bordelli itineranti” . “Difficilmente nelle città di provincia la prostituzione, soprattutto quella di strada, trova il terreno favorevole al suo insediamento – afferma Marco Rizzo, Comandante Provinciale dei Carabinieri di Modena – perché è più visibile e destinata quindi a generare tensioni sociali e a subire il carico delle periodiche repressioni da parte dei cittadini. Per questo a Sassuolo, ma anche in altri comuni come Carpi e Mirandola, il fenomeno della prostituzione è pressoché sconosciuto”.

I LUOGHI di insediamento privilegiati sono le arterie di collegamento piuttosto trafficate e le tangenziali: nella vicina Modena il mercato del sesso a pagamento si concentra prevalentemente nella via Emilia in direzione Rubiera e Castelfranco Emilia e la zona della Bruciata.

Prostitute di strada (foto Capannelle, da Flickr)

“La mappa della prostituzione, da intendersi sia quella autoctona che straniera, ha una configurazione complessa e mutante nel tempo – continua il Comandante –. A Modena è diminuito il racket della prostituzione su strada, anche a seguito degli effetti della legge sull’immigrazione e dell’azione repressiva e preventiva messa in atto dalle Forze dell’Ordine e dalle ordinanze comunali. Assistiamo invece allo spostamento di gran parte del mercato della prostituzione di strada verso forme più nascoste all’interno di appartamenti, sia da donne vittime di tratta sia da chi sceglie autonomamente di prostituirsi tramite il sistema degli annunci di sesso a pagamento. A cambiare sono anche le nazionalità delle donne, a cui si sono aggiunte anche magrebine e cinesi”.

E PROPRIO ALLE “SQUILLO” che lavorano in appartamenti privati, molti uomini sassolesi affidano le proprie fantasie proibite, disposti per questo anche a lunghi spostamenti e senza badare a spese: dai 100 – 150 euro per una singola prestazione ai 1000 euro a “nottata” e oltre. Le mete privilegiate partono dalla vicina Modena che garantisce un’ampia offerta di case di appuntamenti in centro storico e non solo, fino a Bologna e le zone del parmense dove prolifica la prostituzione “sommersa” , non solo in appartamenti ma anche gli indoor dei nightclub, bar-alberghi ecc. La presenza della prostituzione, anche a Modena, è un tema che infiamma ciclicamente il dibattito pubblico, con tutte le proposte avanzate negli ultimi tempi nel tentativo di stroncare il problema: arrestare le prostitute, sanzioni ai clienti, espatrio delle clandestine, legalizzazione della professione e revisione della legge Merlin per l’eventuale riapertura della case chiuse o la creazione di quartieri a luci rosse.

“E’ MOLTO DIFFICILE riuscire a debellare la prostituzione nelle nostre città, che da sempre si basa sulla legge della domanda e dell’offerta – continua il Comandante Rizzo -. Il reato della prostituzione, che di per sé non sussiste, scatta solo se è associato ad altri reati, come l’immigrazione clandestina, lo spaccio di stupefacenti, lo sfruttamento ad opera di organizzazioni criminali, sui quali, peraltro, si concentra la nostra azione investigativa. Occorre valutare nuove forme di regolamentazione del fenomeno, soprattutto di quello autogestito, che garantisca da una parte un controllo più efficace da parte delle forze dell’ordine ma anche maggiori garanzie igienico sanitario a tutela della salute delle operatrici e dei loro clienti”.