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Ripavimentare la città del jazz Stampa E-mail
Scritto da Fabio Panciroli   
mercoledì 10 maggio 2006

Anche con le piastrelle si può fare solidarietà, anche con metri quadri di gres porcellanato si può aiutare chi ha bisogno; soprattutto se si tratta di uno stato intero, quella New Orleans devastata dall’uragano Katrina.
Il Coverings 2006, quello del ventennale, ha voluto così ricordare quella città che fu sede dell’edizione 2001 della manifestazione, la città del Jazz, quel luogo simbolo dell’immaginario collettivo come meta ideale di un turismo di relax, musica divertimento,
quello stato che racchiudeva in sè, nella sua sola “Barbour street” un coacervo di nazionalità, idiomi e religioni degno della più moderna “globalizzazione”: gli spagnoli, gli inglesi, i francesi, i cattolici, gli anglicani, i “gay” e i “ninfomani”.
“Si tratta di un’iniziativa che abbiamo sperimentato qualche anno fa – ci ha detto Eric Astrachan, Direttore Esecutivo del TCA, l’Assopiastrelle statunitense per intenderci – che ha avuto buoni risultati. Quest’anno, quando abbiamo comunicato che il materiale raccolto servirà per la ricostruzione di New Orleans, c’è stata la corsa alla prenotazione, abbiamo già prenotati una ventina di tir ed altri arriveranno”.
Un’iniziativa semplice nel suo complesso e, proprio perché tale, geniale. Il Coverings è sicuramente la fiera americana che più attrae interesse da parte dei produttori di piastrelle di tutto il mondo. La fiera ceramica più internazionale, seconda forse solo al
nostro Cersaie: oltre un migliaio sono solamente gli stand italiani, figuriamoci quanti possono essere in totale.
Grande, enorme, spettacolare come solo lo stile americano sa essere. Bene: quanti metri quadri di piastrelle occorrono per allestire uno stand? Basta moltiplicare questa cifra imprecisata per un altrettanto imprecisato numero di espositori e si avrà un ipotetico quantitativo di materiale in mostra. Cosa farsene alla fine di tutto? Riportarlo a casa? Perché se può essere utile?
Il TCA ha, per farla breve, chiesto ai produttori presenti al Coverings di donare il materiale che hanno portato in mostra alla fiera di Orlando: una donazione che servirà materialmente a ricostruire o meglio, a “ripavimentare” la città del Jazz. Venti tir erano già stati prenotati al terzo giorno di fiera, ne mancava un altro.
Certo serve denaro, tanto denaro per ricostruire una città così devastata. Denaro che, però, serve anche per acquistare materiale. Al Coverings si è deciso di donare direttamente il materiale: poca spesa (davvero relativa per chi può permettersi una fiera del genere), ottima resa.
Sono davvero americani.



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