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Macchinari, una flessione che non preoccupa Stampa E-mail
Scritto da Fabio Panciroli   
giovedì 28 giugno 2007
Per il settore “macchine per ceramica” un calo congiunturale e non strutturale

Una flessione che non preoccupa. In questo modo si potrebbe riassumere il risultato della quindicesima Indagine Statistica presentata da Acimac, l’Associazione Italiana del Costruttori di Macchine per Ceramica, alla vigilia dell’assemblea annuale di Giugno.
Il fatturato complessivo del settore macchine per ceramica, nel 2006, infatti è stato pari a 1.702,1 milioni di euro, in flessione del 4,2% sull’anno precedente (in valori assoluti, 75 milioni in meno), ma in crescita del 6,8% sul risultato del 2004. Segno che si è trattato di un calo congiunturale e non strutturale, determinato da una pausa di riflessione negli investimenti in nuove tecnologie di alcuni importanti paesi produttori di ceramica; anche perché, dal 2004, gli incrementi erano sempre in doppia cifra. L’area del Medio Oriente, ad esempio, dopo aver proiettato in alto il fatturato del settore nel 2005, cede il 24,4%, così come l’Asia (Cina esclusa) diminuisce del 21,1%. Positive invece le performance di Unione Europea, Africa e Cina.


Il mercato domestico risulta sostanzialmente stabile (+0,3%) a 458,3 milioni di euro, in un anno che non ha visto particolari investimenti in nuovi impianti produttivi da parte delle aziende ceramiche italiane, impegnate piuttosto a internazionalizzare parte della produzione o a ricercare un innalzamento qualitativo della gamma. Le esportazioni valgono 1.243,8 milioni di euro (-5,8%) e incidono per il 73,1% sul fatturato totale del settore, ribadendo ancora una volta la dimensione mondiale dei produttori italiani di macchine per la ceramica.


In un contesto del genere, le previsioni per l’anno in corso paiono piuttosto positive, anche per questo la flessione non preoccupa poi più di tanto. La produzione e il consumo di ceramica a livello mondiale, infatti, secondo i più accreditati analisti, sono destinati a crescere ancora e, indubbiamente, questa previsione costituisce il principale motivo di fiducia per i costruttori italiani di macchine. In particolare, oltre all’aspetto quantitativo, giova al settore la costante e crescente necessità – soprattutto da parte dei produttori di piastrelle ceramiche sia italiani sia stranieri – di elevare il livello qualitativo dei prodotti. Centrale anche da un punto di vista estetico è tuttora il ruolo dei fornitori italiani di tecnologia, in grado di offrire un ampio spettro di soluzioni, effetti e design, e di determinare così le tendenze prevalenti.
Sul fronte dei mercati, si attende un incremento degli investimenti in tecnologia da parte dell’Italia e, in generale, a livello europeo. Il 2007 dovrebbe segnare comunque un sostanziale consolidamento del fatturato per il settore delle macchine italiane per ceramica, in un mercato contraddistinto dalla stabilità.



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