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"Perché nessuno ha parlato di noi?" Stampa E-mail
Scritto da Chiara Dini   
mercoledì 06 settembre 2006

Si pronuncia il direttore dell’agenzia delle entrate Lorenzo Trabucco, che invita a mantenere alta l’attenzione; intanto si aspettano i risultati dei Ris

“Sono stupito della poca rilevanza che l’episodio ha avuto nei media a livello nazionale; al di fuori di stampa e tv locali non se ne è parlato… penso sia un fatto anche più grave dell’episodio del pestaggio a Braida che invece ha avuto ampia risonanza”. A parlare è il direttore dell’agenzia delle entrate di Sassuolo Lorenzo Trabucco a un mese dall’esplosione che ha colpito gli uffici di via Adda. Eppure il fatto è davvero grave: nessuna bomba di tale portata era mai scoppiata a Sassuolo e nessun caso del genere era mai stato registrato in Italia contro un’agenzia delle entrate. L’ipotesi che più ha preso piede nelle pagine dei quotidiani locali è stata quella di una possibile implicazione di un’organizzazione mafiosa; le indagini, curate prima dalla procura di Modena, sono passate alla direzione antimafia di Bologna. A giorni dovrebbero arrivare i risultati delle analisi che i Ris sta facendo sulle tracce dell’esplosivo rimasto, analisi che potrebbero far risalire alla matrice della bomba. Ancora tanta incertezza quindi timori e paure. “Le supposizioni le lascio tutte alle indagini, non mi pronuncio, dico solo che le attività che svolgiamo ci portano ad abbracciare tutte le situazioni possibili – spiega Trabucco -. I giornali hanno ipotizzato qualche collegamento con le ultime operazioni che abbiamo fatto sul territorio, operazioni che hanno portato a contestazioni di imponibili attorno ai 100 milioni di euro; restano comunque ipotesi della stampa sulle quali immagino gli inquirenti lavoreranno. I controlli che facciamo sul territorio sono importanti perché rilevanti sono le aziende che lavorano qui. Forse il fatto non è conosciuto, ma l’ufficio di Sassuolo ha un bacino di utenza nel settore dei soggetti di grandi dimensioni che non è inferiore ad esempio ad alcuni uffici di Bologna”.

Lorenzo Trabucco
Lorenzo Trabucco
Continua il direttore: “La cosa che mi preoccupa di più riguarda i miei collaboratori che per la maggior parte sono giovani con meno di 30 anni: non vorrei che questi ragazzi decidessero di abbandonare il campo sostenuti dal legittimo timore dei famigliari. Sarebbe un messaggio bruttissimo anche per Sassuolo. Per questo ho chiesto maggiore aiuto da parte delle forze di polizia soprattutto quando l’ufficio è aperto. Una cosa positiva è la risposta della gente che c’è stata molto vicina, così come le istituzioni ed abbiamo avuto messaggi di solidarietà da tutta Italia; certo la preoccupazione rimane”. C’è poi l’enigma sul perché, se si verificasse l’ipotesi di un attentato di stampo mafioso, la criminalità organizzata abbia scelto di venire allo scoperto attirando su di sé l’attenzione. Trabucco: “Sarebbe davvero gravissimo se fosse stata la mafia. È una ambiguità, perché effettivamente un gesto così eclatante ha richiamato stampa e provocato interrogazioni parlamentari. Credo che sia abbastanza chiaro che ci sono interessi nel nostro territorio: dove c’è ricchezza le organizzazioni criminali cercano di mettere piede poi se riescono ad occupare la zona militarmente, come nel sud, allora il discorso diventa molto più serio. Deve esserci una reazione forte da parte della gente, dei politici e delle associazioni”. Nei giorni successivi l’attentato diverse autorità, tra cui il direttore generale dell’agenzia delle entrate Raffaele Ferrara, hanno raggiunto l’ufficio di Sassuolo esprimendo solidarietà e sostegno. Ancora da determinare i provvedimenti futuri, nell’immediato l’istallazione di due telecamere rivolte anche all’esterno e un aumento del personale di vigilanza. “Questo ufficio va assolutamente avanti – afferma Trabucco - senza nessuna modifica nelle proprie indagini e nelle proprie attività. Una cosa del genere ci lascia solo sconcertati, speriamo che gli inquirenti ci diano una soluzione finale per liberarci dall’ansia che abbiamo nel fare anche le pratiche quotidiane più normali”. Fra pochi giorni anche l’aspetto dell’ufficio tornerà quello di sempre e si definiranno i progetti per il futuro: “La paura per quello che è successo è legittima, ma bisogna reagire! Abbiamo la volontà di avvicinarci di più alla popolazione – conclude il direttore -. Ho scoperto che qui molte persone non ci conoscono, anche a qualche ente pubblico è sfuggita la nostra presenza! Abbiamo in programma uno stage con gli istituti tecnici sassolesi, e per ottobre faremo supporto insieme ad altri uffici all’opera di Telethon; quest’anno vorrei che fossero i ragazzi ad organizzare coinvolgendo gruppi del mandamento”.



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