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Bonettini: "Basta con l'assistenzialismo fine a se stesso" Stampa E-mail
Scritto da Francesco Martignoni (con M.Micheloni)   
giovedì 08 novembre 2007

Susanna Bonettini, assessore ai servizi sociali: "Così non va, non ci sono le risorse. Dobbiamo andare verso la promozione sociale" 

“In provincia siamo tra i comuni con il più alto numero di alloggi popolari”. Susanna Bonettini, assessore alle politiche sociali, punta immediatamente l’indice su quello che attualmente considera il problema principale per l’assistenzialismo sassolese. Nel nostro comune ci sono circa 550 appartamenti di edilizia popolare, ma non si riesce a dare una risposta forte e decisa al problema casa. Attualmente sembra che, una volta assegnato l’alloggio ad una famiglia, questa non ne esca più. “Noi riusciamo a distribuire al massimo 20 appartamenti all’anno, e sono quasi sempre quelli degli anziani che decedono – ci spiega l’assessore – tutti gli altri rimangono bloccati, perché chi li ha fa in modo di non perdere mai i requisiti”. Fino a vent’anni fa il problema della casa era meno sentito: forse c’era meno sensibilità al riguardo, ma c’era sicuramente anche meno emergenza. Nel settembre di questo anno Sassuolo si è rivolta ai servizi sociali 651 volte; ben 263 contatti riguardavano una richiesta di aiuto per l’alloggio: non solo domande per case popolari, ma anche per contributi d’affitto.

L’amministrazione pubblica fatica ad affrontare le problematiche di una società che cambia sempre più in fretta, sempre più disordinatamente. Ma, anche se imbrigliati da griglie di selezione, regolamenti regionali e procedure varie, c’è chi prova a muoversi per cercare maggiore dinamicità nel servizio sociale. “Quando lo dico di fronte ai sindacati mi vorrebbero mangiare viva” dice la Bonettini riferendosi al suo progetto: “Così non va – afferma con vigore – il servizio sociale non deve essere assistenziale, perché non ci sono le risorse. Deve essere di promozione sociale: deve, cioè, aiutare una persona o una famiglia ad uscire da un momento di difficoltà”. Un periodo critico può essere incontrato da chiunque: figli piccoli, spese impreviste, mutuo per una casa, perdita del lavoro. Anche se il processo di cambiamento in ambito amministrativo non è mai né rapido né indolore, l’assessore sassolese sta tentando di dare un’impostazione diversa al servizio sociale. “Creiamo dei progetti personalizzati – ci spiega – prendiamo in carico un  utente e lo sosteniamo, anche con contributi economici. Ma per un periodo definito, durante il quale lui deve tentare di rimettersi in sesto provando a ricominciare a camminare con le sue gambe”. Il concetto di assistenzialismo fine a se stesso ha vita corta. Le amministrazioni pubbliche non se lo possono più permettere. Solo nel 2006 il Comune di Sassuolo ha erogato, per i contributi d’affitto, quasi 500mila euro; a fronte di 800 domande. 800 nuclei familiari sassolesi che non riescono a pagare per intero l’affitto della casa dove abitano.

La povertà, insomma, è cambiata: si è creata quella che gli esperti si compiacciono di chiamare zona grigia. “Dalle indagini del CAPP – dice la Bonettini – risulta che la fascia più a rischio è quella dei 30/40enni, dipendenti, con figli a carico”. Questa che ci permettiamo di definire famiglia normale può incontrare grosse difficoltà economiche, soprattutto se oberata di un affitto o di un mutuo. “A causa degli attuali standard – conclude l’assessore – questa stessa famiglia rimane esclusa dall’edilizia popolare e da gran parte dei contributi che l’amministrazione può elargire”.



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