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Volta, "laboratorio" di riferimento Stampa E-mail
Scritto da Marcello Micheloni   
martedì 01 gennaio 2008

Tutti i percorsi di studio del Volta non possono prescindere dal sostanzioso utilizzo dei laboratori: “Fiore all’occhiello”


30 classi, ben 14 laboratori. “Sono il nostro fiore all’occhiello: tutte le classi riescono ad utilizzare i laboratori con orario comodo. Sono ottimi anche i tecnici e quindi c’è la possibilità di far davvero lavorare gli studenti come si deve”. La valutazione è di Alessandra Borghi, al quinto anno come Dirigente scolastico dell’Itis Volta, scuola dall’importante bacino di utenza. “Sapere di preparare i ragazzi con metodi che utilizzeranno poi nel mondo del lavoro è fondamentale.” L’istituto prevede diversi percorsi: c’è un biennio comune atto a chi decide poi di proseguire con il triennio di specializzazione o in Chimica Industriale o in Elettronica e Telecomunicazioni. Nove classi, invece, seguono la didattica del Liceo Scientifico Tecnologico, “vero e proprio percorso liceale – illustra la Borghi – dove il latino è sostituito da tante ore di laboratorio.”
Monica Vacondio, oltre ad insegnare inglese nel triennio, si occupa della Funzione strumentale per l’Orientamento. Ci snocciola dati interessanti: “Il 90% di chi sceglie il Liceo Tecnologico va poi all’università, negli ultimi anni prevalentemente ad Ingegneria e Economia. Ma c’è anche chi ha scelto Architettura, Lettere… Qui c’è una preparazione per tutte le facoltà. Solo un 8% dei nostri liceali è entrato direttamente nel mondo del lavoro, tra l’altro trovando quasi subito un impiego. Ma anche negli altri indirizzi, una media del 30% prosegue gli studi dopo la quinta”. Chimica, in particolare, è molto ricercata da un punto di vista lavorativo.

 

Dirigente scolastico e professoressa del Volta
Alessandra Borghi (sx), preside del Volta, e Monica Vacondio, docente di inglese

 

 

Anche qui, come in altre scuole, un ruolo fondamentale è costituito da stage e progetti. Tanta istruzione, quindi. Ma anche formazione: “Ho molta di fiducia nei giovani, parto da questo presupposto - spiega la Borghi -. Certo, qualcuno tende ad essere superficiale, ma in genere otteniamo ottime risposte, anche dal grado di partecipazione all’attività scolastica.” Un aiuto arriva dalla collaborazione con le famiglie: “Cerchiamo di prevenire le situazioni negative. Siamo molto in contatto con i genitori, li avvertiamo appena possibile in caso di difficoltà, cerchiamo di coinvolgerli e abbiamo risposte positive anche su questo”. Prosegue la ‘preside’: “In tante situazioni diversi nostri studenti hanno mostrato maturità, e abbiamo ricevuto complimenti. Un esempio? Tempo fa due classi sono andate a Roma ad incontrare il presidente Napolitano. All’inizio la cosa magari era stata presa con una certa superficialità, poi però è emersa consapevolezza.” Qualche difficoltà in più emerge nei primi anni: “E’ ovvio che qualche gestione va gestita, presa per mano, soprattutto nel biennio. Un po’per l’età, magari perché vogliono farsi vedere grandi, ma occorre aiutarli e vediamo che lavorando sulla persona poi nel triennio il cambiamento c’è.”
La Borghi preme sulla questione ambientale: “Puntiamo molto su tutto quello che è collegato alle energie, all’innovazione. E’ importante che si formi un certo tipo di mentalità che parta dal concetto di un’economia sostenibile.”

Uno studente del Volta
Daniele Cantarelli

 

"Decisi a continuare"

“Troppi maschi…”. Lo dice scherzando ma non troppo, Daniele Cantarelli, al quinto anno del Liceo tecnologico, tra l’altro anche rappresentante di istituto. Come dargli torto sul fatto che qualche ragazza in più nei dintorni non guasterebbe? Ma avrà tempo di rifarsi all’università: “Mi rendo conto di essere nelle condizioni di poter valutare tra tante facoltà, la scuola mi dà una preparazione che mi permette di non limitarmi nella scelta. Ci sto ancora pensando. Fisioterapia, o Medicina, o Economia… Bene o male mi piacciono tutte! Vaglierò anche Psicologia.” Cinque anni fa, la scelta di Daniele cadde sul Volta invece che sul Liceo tradizionale un po’ per allergia verso il latino, un po’ per la consapevolezza di quanto possano dare a livello formativo le tante ore di laboratorio.
“Anch’io vorrei proseguire gli studi - dice Stefano Bargi, al quinto anno di Elettronica -. Avevo scelto questo corso perché non ero convinto di proseguire all’università. Poi durante il percorso formativo mi sono reso conto che le materie in cui vado meglio sono quelle umanistiche, magari legate al diritto. Ingegneria non mi convince, sono più orientato verso Economia.” La scelta di Mattia Manelli, invece proseguirà sul binario della Chimica. All’università, tra l’altro, c’ha già messo piede in quanto ha avuto la possibilità di fare lì lo stage del quarto anno: “Sono rimasto impressionato positivamente. Inoltre molti ragazzi che hanno fatto quella scelta me ne parlano bene e dicono di avere avuto diverse opportunità di lavoro”.



Commenti
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Don Chisciotte  - Mattia Manelli??   |2008-09-07 12:20:59
Ma sarà mica mattia manelli che faceva il liceo??
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