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Il Liceo del 99% Stampa E-mail
Scritto da Marcello Micheloni   
martedì 01 gennaio 2008

Salvatore Manco, dirigente scolastico del Formiggini, parla della sua scuola con estrema soddisfazione. E alcuni numeri paiono molto indicativi…

Parola di preside: oltre il 99% degli studenti del Liceo Formiggini decide di iscriversi all’università dopo la maturità. “E siamo a livelli altissimi anche per quanto riguarda chi raggiunge la laurea”, specifica col sorriso sulle labbra Salvatore Manco, da sette anni alla guida del liceo sassolese. Tra le facoltà più gettonate, Giurisprudenza, Economia e Commercio e Scienze della Comunicazione. “Ma c’è un aumento di chi sceglie Matematica e Fisica”. Un discreto numero riesce ad entrare a Medicina e capita sovente che chi non passa l’ammissione “scelga la laurea breve nelle discipline infermieristiche, come fisioterapia.”
Un Manco proprio soddisfatto dell’andamento dell’istituto e convinto di avere vinto la sfida dell’introduzione, un lustro fa, di un corso di Classico in un territorio così ‘tecnologico’ come il nostro: “Proprio quest’anno la prima classe del Classico arriva in quinta e affronta l’esame di stato. La decisione di istituire quel corso venne presa dal collegio docenti, organo di cui vado particolarmente orgoglioso: proponemmo alla Provincia un indirizzo classico tradizionale, non sperimentale, con il proseguimento della lingua straniera fino all’ultimo anno, e non solo fino al quinto ginnasio.” Alle cinque classi dell’indirizzo Classico, si affiancano le tredici del Sociopedagogico (dove i maschi sono solo tre su trecento), le undici del Linguistico e le ben venticinque dello Scientifico PNI (Piano Nazionale d’Informatica).

Il Didigente Scolastico del Liceo Formiggini
Salvatore Manco è da sette anni Preside del Formiggini

“Spesso mi chiedono cosa ne penso dei nostri ragazzi… Hanno la cultura dell’epoca in cui vivono! - esclama il preside -. Mentre la mia scuola era basata solo sui libri, oggi con l’informatica è possibile accedere a tutto in tempo reale. Ai miei tempi magari si facevano studiare più cose a memoria, ed è giusto che anche oggi determinate cose si imparino così, però viviamo in un contesto diverso e non possiamo pretendere che i ragazzi seguano i nostri cliché.”
Liceo è da sempre sinonimo di duro studio: “Di media il 3% degli studenti viene bocciato. In prima siamo sul 10%, che vuole poi dire 2/3 ragazzi per classe. Ma va sottolineato come oltre il 75% degli studenti passi senza alcun debito. E in ogni caso considero la bocciatura una ‘promozione’, nel senso che è un modo di dare l’opportunità allo studente di approfondire una disciplina in una maniera che non aveva fatto, per poi affrontare meglio il futuro.” E la dispersione scolastica? “Fisiologica. Chi si iscrive al liceo difficilmente va altrove. Magari capita che siamo noi stessi a riorientare qualcuno, a volte verso un ‘professionale’. Oppure c’è chi va ad una privata, come al Dante Alighieri.”
Manco, da quest’anno ha la reggenza anche delle ‘scuole medie’ Levi: “Tutte le mattine fino alle 7.40 sono in via Mazzini, poi alla succursale di via Mercadante, e poi arrivo qui. Le problematiche tra medie e superiori sono diverse, ma le ‘squadre’ di Levi e Liceo mi aiutano. Per ora l’esperienza procede bene.” Manco a dirlo.

Una studentessa del liceo sassolese
Giulia Pigoni, rappresentante di istituto

L’università nel mirino

Sarà anche un consiglio di parte, ma sembra sincero, ed è destinato a tutti coloro che stanno vagliando quale strada intraprendere dopo le medie. Mittente Giulia Pigoni, al quarto anno dell’indirizzo linguistico del Formiggini: “Credo che il liceo sia assolutamente la strada migliore. C’è da studiare tanto, questo deve essere chiaro: devi partire con l’idea di avere voglia di studiare.
Ma soprattutto se hai intenzione di proseguire con l’università, sei più pronto.” Giulia aveva già chiaro, ai tempi dell’iscrizione al liceo, che avrebbe poi continuato gli studi ma non aveva ancora idea, però, presso quale facoltà: “Scelsi apposta il linguistico, perché mi rendevo conto che tra tutti gli indirizzi era quello che mi avrebbe aperto più strade.” Nel suo futuro, Lettere o Scienze Politiche.
Nel suo presente, oltre alle ore di studio giornaliere, anche l’impegno come rappresentante di istituto: “Mi è sempre piaciuta l’idea di poter aiutare gli altri studenti ad esporsi. E’ bello che abbiano una persona di riferimento, della quale si fidano, che poi per loro si faccia carico di parlare col preside e coi docenti. Me la sono sentita, mi ci vedevo bene.” La campagna elettorale di inizio anno ha visto partecipare quattro liste: Ministry of School (quella di Giulia), Tin Bota, Gentlemen e la lista di Nonna Papera. Goliardia più che legittima a parte, il rapporto tra i rappresentanti, i professori ed il preside pare costruttivo. In bocca al lupo (anche a quelli di Nonna Papera).

 



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