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Cristina Iotti, la vita a pennello Stampa E-mail
Scritto da Laura Corallo   
sabato 09 febbraio 2008

Lavora con gesti lenti e meticolosi. I suoi strumenti sono colori ad olio,matite colorate,carte da disegno,tele e pennelli.
Rappresenta persone, gesti, pensieri per catturarne l’essenza e lo straordinario. Il suo studio è un piccolo laboratorio  nel suo appartamento nel centro storico di Sassuolo, dove Cristina Iotti, 42enne artista sassolese vive e lavora.
La storia di Cristina è particolarmente indicativa dei tempi moderni. Dopo tredici anni di attività come designer ceramica per alcune aziende, le sue collaborazioni sono diminuite a causa della crisi economica iniziata nel 2001 che ha investito anche il suo settore.

Al centro, Cristina Iotti
Cristina Iotti ritira il prestigioso “Premio Arte” della rivista ARTE Mondadori

E Cristina come ne è uscita?
Reinventandosi una professione e trasformando la passione di sempre, la pittura, in un lavoro. I risultati non si sono fatti attendere: in sei anni ha collezionato diversi premi e riconoscimenti in concorsi nazionali e internazionali e diverse mostre personali e collettive anche in ambito internazionale come la mostra del 2006 tenutasi a New York “The Barbie picture show”.
Pochi mesi fa ha vinto, aggiudicandosi la Targa oro nella sezione grafica, il prestigioso “Premio Arte” della rivista ARTE Mondadori oltre al “Premio speciale Faber-Castell” con il dittico “Con la primavera nell’anima”, un’opera 50x100 realizzata interamente con matite  colorate ed esposta al Palazzo della Permanente a Milano. A fine gennaio una sua opera è stata scelta ed esposta al Palazzo del Consiglio d’Europa a Strasburgo in una mostra  dei 30 artisti più rappresentativi delle XXIII edizioni del Premio AGAZZI, artisti selezionati direttamente dalla giuria predisposta dalla Commissione Europea.
Da grafica per note industrie dell’indotto ceramico ad artista emergente pluripremiata. Cristina, come sei arrivata a questo traguardo?
Il mio percorso professionale è stato poco lineare e un poco casuale. Ho conseguito il diploma tecnico commerciale al Baggi di Sassuolo ma  non mi sentivo portata per quella professione. Così, spinta anche dalla mia  passione per il disegno che ho sempre avuto,  ho frequentato a Milano il corso triennale di Illustrazione all’Istituto Europeo  di Design.  Subito dopo ho iniziato a lavorare come free-lance collaborando per alcune tra le più grandi aziende di terzo fuoco e  serigrafie del distretto
ceramico. Progettavo  decori per ceramiche artistiche e realizzavo esecutivi grafici. Tutto questo mi ha impegnato completamente per tredici anni, fino al 2001.
Poi cosa è successo?
Agli inizi del 2000 anche mio settore ha cominciato a soffrire della crisi economica. Le ditte per cui lavoravo hanno iniziato a diminuire le collaborazioni esterne,oltre al fatto che nel frattempo anche il mio tipo di lavoro, che era completamente manuale, è stato quasi  completamente “assorbito” dal computer. Il lavoro ha cominciato a scarseggiare e per me si è aperto un periodo di crisi e riflessione che mi ha portato, a 36 anni, a capire che era giunto il momento di cambiare strada. 
Come è iniziato il suo viaggio nel mondo dell’arte, in particolare della pittura?
Nel 2002 ho fatto la scelta, in un certo senso coraggiosa, di dedicarmi completamente alla pittura.
Ho iniziato esponendo anche in strada coi pittori sassolesi del gruppo Cavedoni, poi ho proseguito autonomamente partecipando a tantissimi concorsi di pittura che fortunatamente mi hanno dato subito inaspettati risultati e sfruttando molto anche internet come mezzo per avere visibilità e contatti al di fuori dell’ambito locale. Nel frattempo sono arrivate le prime mostre e i primi consensi . Sono comunque ancora all’inizio di una strada in salita..
Si può vivere di arte? Le capita di rimpiangere il posto  fisso?  
Assolutamente non ho nessun rimpianto,ma devo dire che la nota dolente di questa scelta è quella economica: purtroppo è molto difficile vivere d’arte,anche se continuo ad   essere ottimista per il futuro.  Certo non mancano  difficoltà  e scoramenti ,  ma altrettante  sono le soddisfazioni e mi ritengo una persona fortunata.
Qual è l’atteggiamento dei sassolesi nei confronti dell’arte?
Piuttosto tiepido. E’ pur vero che negli ultimi anni Sassuolo, accanto alle gallerie storiche  come Annovi e Piaggeria Arte,  ha visto sorgere alcune associazioni culturali che mirano a coinvolgere
maggiormente i cittadini  alla conoscenza  dell’arte. Ma credo che sia ancora  un arduo percorso. A fronte di questo a Sassuolo ci sono comunque persone anche giovani che seguono e  investono nell’arte contemporanea.



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