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Tv



Anche Genitoni s'incazza Stampa E-mail
La spurtèina - Al supermarket della pubblicità
Scritto da Marcello Micheloni   
martedì 25 gennaio 2011

Un frame dello spot con Francesco GenitoniIl contrario di Schwarzenegger. Non tanto per i muscoli: lì più o meno ci siamo... Parliamo di carriera. Se il buon Arnold si era prima affermato come attore (di un certo tipo) per poi intraprendere la carriera politica, il buon Francesco Genitoni ha prima intrapreso la carriera politica per poi svelare le sue abilità come attore (di un certo tipo).
E per chi, come noi, l’ha conosciuto ai tempi in cui stava dietro quella scrivania (anche come Assessore alla Cultura del Comune di Sassuolo), la cosa è assai divertente e bisogna ammettere che Genitoni sia pure bravo.

E quindi anche Francesco…  s’incazza, proprio come Schwarzy in quasi tutti i suoi film!

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Nuove e sconvolgenti scoperte... Stampa E-mail
TV bene
Scritto da Chiara Fiorentini   
lunedì 17 maggio 2010

...GRAZIE ALLA TV!

I protagonisti della serie...Qualche giorno fa guardavo la televisione, o meglio facevo un po’ di sano zapping nell’attesa che iniziasse south park su MTV. Non c’era nulla che non mi sarei vergognata di guardare per più di dieci secondi. Una tristezza incredibile insomma. A un certo punto, nel mio continuo teletrasportarmi da uno studio televisivo all’altro, ecco che appare qualcosa. Niente di bello intendiamoci, ma sconvolgente. Una serie televisiva americana, una delle peggiori credo, intitolata La vita segreta di una teenager americana. Un gruppo di ragazzi del liceo discutevano tra loro. Un ragazzetto doveva partire per l’estate e andare a lavorare in Italia da uno zio, più precisamente a Bologna. Vivendoci mi sono sentita tirata in causa e mi sono fermata a vedere come andava a finire la storia. Solitamente sono altre le città italiane citate nei telefilm americani: Roma, Firenze, Milano, Venezia e di tanto in tanto Napoli, ma mai Bologna. Mi sentivo fiera per la città che mi ha adottata, essere citati in una serie vuole dire essere...
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Dexter, cancella quelle prove! Stampa E-mail
TV bene
Scritto da Marcello Micheloni   
giovedì 08 aprile 2010
Alcuni personaggi di Dexter, in Italia in onda su FXStiano tranquilli i seguaci della serie: qui non si svelerà nulla a livello di trama. Chi scrive è solo un appassionato di Dexter che ce l’ha con gli dei che vegliano su quel telefilm.
Accidenti a voi, oh sceneggiatori che avete in mano le redini di tutto, ma è possibile che non rispettiate il codice? Il “buon” Dexter fa i salti mortali per attenersi a quello che gli ha insegnato papà e poter, quindi, proseguire la sua carriera di serial killer sui generis, e voi invece, pigri sceneggiatori, lasciate in giro prove a suo carico?

Il successo del serial Dexter sta, ovviamente, nel saper giocare (bene) con la parte oscura che sta dentro ciascuno di noi, anche in chi per hobby, magari, non fa il serial killer.
A tal fine si è lavorato con classe nella costruzione dei personaggi: belli, pieni, studiati. Si incastrano, sono credibili e divertenti. Spaventosi (quasi sempre) quando devono spaventare. E quando si angosciano, angosciano chi guarda. Mica poco. In più, tutti attori bravi. Quanto è disegnato bene Batista?...
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Addio Banana dieci e lode, addio o Così o Pomì, addio Emanuele Pirella Stampa E-mail
TOPS - Gli spot visti da dietro
Scritto da Diego Fontana   
venerdì 26 marzo 2010
Il signor Pirella non è stato precisamente il mio primo datore di lavoro. Ufficialmente sono stato assunto da Cernuto & Pizzigoni, i due creativi che dirigevano l’agenzia che aveva il suo nome scritto sulla porta, in un periodo in cui Emanuele però non era presente.
L’agenzia si chiamava Lowe Lintas Pirella Goettsche, ma tutti continuavano a chiamarla semplicemente Pirella: “Lavoro in Pirella”, “Hai visto l’ultimo annuncio della Pirella?”, “Come va in Pirella?” si sentiva dire in giro dai creativi di Milano.
Ho ricordi strani di quel primissimo periodo, legati al suo cognome. Ricordo quando il palazzo Pirelli fu colpito da quel famoso aereo, e tutti da Sassuolo mi telefonavano col cuore in gola...
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Francesco Taddeucci, il pubblicitario più "disbanded" che c'è Stampa E-mail
TOPS - Gli spot visti da dietro
Scritto da Diego Fontana   
lunedì 15 marzo 2010
Intervista a Francesco Taddeucci, direttore creativo DDB

Ciao Francesco. Sei tra i creativi italiani più premiati in assoluto. Alcuni dei tuoi annunci sono nella storia della pubblicità e vengono studiati nelle scuole di comunicazione. Che effetto fa? A volte ti soffermi a pensarci?
Non ci penso mai, ma quando mi capita di leggere, ad esempio, che hanno fatto una tesi su una mia campagna mi fa una certa impressione e ovviamente mi fa piacere. Ma capita di rado.
C’è un tuo annuncio a cui sei particolarmente legato?
Annunci no, ingialliscono subito. Magari di più qualche spot: le campagne Enel di Giannini e dei 3 buchini ad esempio, perché erano difficili da fare. Il cliente era (ed è ancora, da quanto so) molto esigente...

Un frame dell'ultimo spot per Audi by Francesco Taddeucci
Un frame dell'ultimo spot Audi by Taddeucci
 

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