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Il Verde e il Nero

di Daniele Dieci


Daniele Dieci si è diplomato presso il liceo scientifico A.F. Formiggini di Sassuolo e ha conseguito nel marzo del 2008 la laurea in Storia presso l'università di Bologna. Collabora con testate giornalistiche dai 17 anni: è stato il primo responsabile del distretto di Sassuolo per il quotidiano "L'informazione di Modena". Ha vinto diversi premi letterari, anche indetti da siti di letteratura on-line.

Da sempre appassionato di sport, scrive di calcio da quasi tre anni.






Question Time, celo-manca? Stampa E-mail
Scritto da Stefano Panini   
lunedì 19 maggio 2014

Question Time
Question Time sui Neroverdi

CELO, MANCA? 

Fine. Non si fa nemmeno in tempo a chiudere il primo capitolo (e si spera non ultimo) del romanzo del Sassuolo che è già ora di aprire l’album dei ricordi. Un po’ perché gli album, con i calciatori, hanno sempre avuto un feeling particolare, poi perché – ammettiamolo – il Sassuolo già ci manca. Ci manca quel suo modo a tratti masochista di giocare al quattrotretre contro tutti, persino contro il cuore dei tifosi che, una partita tranquilla, ancora devono vederla. Perché il DNA non mente, e nei cromosomi neroverdi c’è scritto “sofferenza”, quasi come a dire “Hai voluto la serie A? Adesso pedali!”.

Tornando all’album dei ricordi, che ogni neroverde che si rispetti tirerà fuori sotto l’ombrellone  tra una notizia di calciomercato e un’altra, le figurine sassolesi – nel bene e nel male – certo non sono monotone. Immersi in sfumature di pazzia, una manciata di imprese e qualche brusco capitombolo…

- lo stadio nuovo CELO, il tabellone luminoso MANCA.

- lo 0 – 7 contro l’Inter (purtroppo) CELO, la vendetta MANCA.

- una partita a Reggio senza ombrello MANCA.

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Question Time, Toc-Toc? Stampa E-mail
Scritto da Stefano Panini   
lunedì 12 maggio 2014

Question Time
Question Time sui Neroverdi

1) Toc-Toc, è permesso?

Chi se lo ricorda il 25 agosto? Torino – Sassuolo, 2 a 0. In punta di piedi entravamo nell’Olimpo dei grandi dalla porta di servizio con tanto di targhetta “Welcome SassUolesi”, forse non pienamente consapevoli - adesso possiamo dirlo - che sarebbe stata così dura. Soprattutto perché al posto della torta di benvenuto ci rifilarono tre sconfitte, più 7 pugnalate interiste che suonarono come un: “qui non siete i benvenuti”. Eppure quella porta, tre mesi fa, il Missile l’aveva spalancata con una fucilata all’ultimo minuto… tanto vale provarci. Davanti a noi una marea di scalini, una salita difficilissima (per non dire impossibile) ma la capacità di rialzare la testa ad ogni porta sbattuta in faccia. E così, punti su punti, quattrotretre su quattrotretre hanno imparato a conoscerci, ammirarci e rispettarci. Merito della squadra, che ha trovato la propria identità da serie A appena in tempo per leggere la targhetta scritta come deve essere scritta. “Welcome Sassolesi” e benvenuti in serie A.

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Question Time, 180 minuti... Stampa E-mail
Scritto da Stefano Panini   
mercoledì 07 maggio 2014

Question Time
Question Time sui Neroverdi

1) Fischio finale o flauto magico?

Mai in quel di Firenze si udì una sonata tanto gioviale quanto il triplice fischio di Tagliavento. Nemmeno i sonetti danteschi suonarono così soavi alle orecchie sassolesi che hanno - dal canto loro - goduto di una splendida terzina in rima baciata del Berardi versione Virgilio. Ci ha pensato il baby bomber ad illuminare la retta via, smarrita solo a causa di una Juve da girone infernale. Acqua passata, perché il fischio finale del Franchi ha messo a tacere tutte le ansie neroverdi figlie di una partita giocata dai tifosi con gli occhi in una stanza e il cuore nell’altra. E allora si fa presto ad immaginare Tagliavento in stile pifferaio magico, perché quel triplice fischio, quell’adorabile triplice fischio, è entrato di diritto nella classifica all time dei neroverdi. Il secondo tempo, per chi ha ancora coraggio di parlarne, si commenta spendendo davvero poche parole: più o meno come prendere una lavatrice, mettergli dentro una palla e 22 giocatori. Poteva succedere tutto e il contrario di tutto. È successo. Poi quel fischietto, e tutto tace. Molto più di semplice fischio finale.

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Question Time, questione di scudi? Stampa E-mail
Scritto da Stefano Panini   
martedì 29 aprile 2014

Question Time
Question Time sui Neroverdi

1) Super Sassuolo?

Dal lunedì dell’angelo, al lunedì della Juve, dove l’unico Angelo di cognome fa Ogbonna. In mezzo la carica dettata da un ruolino di marcia che vanta 7 punti in 3 partite, tanti meriti ma soprattutto tanta voglia di crederci. Perché il Sassuolo è vivo, e contro la Juve ha dimostrato di essere molto di più di un piccolo sassuolino che Garcia vorrebbe scagliare contro la montagna bianconera. Una delle migliori prestazioni stagionali per il Sassuolo targato Di Francesco, sicuramente la migliore partita casalinga, per grinta, fame e carattere. Perché se è vero che ci vorrebbero più di tre campionati in neroverde per agguantare la Juventus a 90 punti e passa, sul prato verde del Mapei Stadium si è giocato alla pari, con un Sassuolo versione Benfica che ha messo in crisi i bianconeri. Super Sassuolo, che solo la kryptonite chiamata Pirlo (furbetto –per non dire scorretto – sulla punizione del pareggio, geniale nella palla del vantaggio) riesce a domare. Avanti così, 11 leoni. Chapeau.

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Question Time, fattore trasferta? Stampa E-mail
Scritto da Stefano Panini   
domenica 20 aprile 2014

Question Time
Question Time sui Neroverdi

1) Sassuolo, può bastare?

A vedere la classifica sì, perché i numeri dicono Sassuolo salvo a 28 punti, in sostanza ancora no. Ma attenzione alla parola ancora, la grande novità del campionato del Sassuolo, costretto fino ad ora a rincorrere ma che adesso ha agguantato la s…sssh. Non ancora. Sono in molti, praticamente tutti, ad aver sognato in queste ore la parola BASTA sul cammino del Sassuolo per spazzar via l’incubo chiamato serie B, per il momento basta Berardi e il suo sprint a spazzare via il Chievo e basta (eccome se basta) la vittoria al Bentegodi per pensare al Sassuolo con un pizzico di ottimismo in più. Accontentiamoci dei tre punti, decisamente la sorpresa più bella nell’uovo di pasqua neroverde, alla faccia della Kinder e i suoi Looney Tunes. Per il lieto fine (ancora) no.

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